Viaggio e avventura: così è iniziato tutto, molto tempo fa…

Ho iniziato a viaggiare in un’altra era. da studente, pochi soldi in tasca e neppure tutta questa frenesia di percorrere in mondo in lungo e in largo, i primi Interrail. Salisburgo-Vienna-Praga: wow. Poi, ancora più in là: la Scozia! Edimburgo, Glasgow, il nord. Il primo volo, e già lì avrei dovuto capire qualcosa, un Bologna-Mosca per un tour organizzato di una settimana (con la Clipper di Venezia, nel frattempo passata a miglior vita) tra Mosca e Leningrado, con la mia mammina grande viaggiatrice.

L’anno? Il 1991. Sì, esatto, avete indovinato: eravamo andati lì per vedere la perestroika, Gorbaciov, la glasnost… Dopo il crollo del muro di Berlino (1989), anche l’Unione Sovietca sembrava destinata a collassare, ma chi ci credeva davvero. Vabbè, per farla breve: erano i giorni del golpe contro Gorbaciov, della sua destinazione, della prese al potere del “ribelle” Boris Eltsin.

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Con la Piazza Rossa circondata dai carri armati, il coprifuoco e tutto questo… Cosa feci? Beh, sono un giornalista no? Professionista da meno di un annetto, in servizio effettivo permanente all'”Alto Adige” di Bolzano, non potei che… mettermi a scrivere. Un successone, ma non mi pagarono il viaggio. Fu lì che capii come sarebbe andata a finire: viaggerai sempre e solo a tue spese, qualunque storia tirerai fuori.

L’anno dopo, con la mia amica del cuore Lucia, il primo vero viaggio vero. E che viaggio. Prima la Thailandia: Bangkok, e da lì su a nord: Chiang Mai, Chiang Rai, il triangolo d’oro. Un volo di sei ore et voilà, eccoci a Bali, Indonesia. Spaparanzati in spiaggia a bere cocktail? Magari. Su e giù per le colline infradiciate dalla stagione delle piogge a cercar risaie, templi e scimmie cattivissime. Anche quello, avrebbe dovuto insegnarmi qualcosa. Infine, un altro voletto di sei ore per planare a Hong Kong. Bel viaggio, eh? Tre settimane. Non facevo neppure foto allora. O meglio: ne facevo poche e orrende.

E’ stato lì, probabilmente, che ci ho preso gusto. Perché è da lì che poi sono andato avanti: più o meno così…

Ora, parliamoci chiaro: non è questione di timbri sul passaporto, né di cifre sbalorditive. Slogan tipo “Sette continenti e 80 nazioni” li lascio ad altri. Primo, perché non andrò in Antartide solo per piazzarvi la mia bandierina. secondo, perché se volete collezionare decine di stati basta che scegliete i “quadrilateri”. Ad esempio: Utah Nevada Arizona Colorado, fate 100 chilometri e avete già messo insieme quattro stati (falso, gli USA valgono uno, sorry…). Oppure passate da Malta a San Marino allo Swaziland, per dire…

Ma qui sto divagando. Tornato dall’Estremo Oriente, ho iniziato a organizzarmi da solo e l’anno dopo, era il 1993, sono partito per la Ruta Maya: Guatemala, Honduras e Messico, tre settimane. L’anno dopo, il mio primo overland, avete presente quei viaggi su camion? Ecco: “Expedition Ecuadoriana”, un viaggio-test con noi a fare da cavie, tra Ande e Amazzonia: favoloso.

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E così, di anno in anno, esperienze sempre diverse: i fly & drive in Florida, in Sudafrica, sulla costa ovest degli USA, a Capo Nord. Viaggi green come Panama+Costa Rica, Sri Lanka, il Borneo malese. Viaggi organizzati come l’Etiopia e la crociera sul Nilo, l’Alaska e il deserto algerino dell’Admer-Tadrart con Avventure nel Mondo. Viaggi “spaparanzo”, o meglio vacanze classiche di mare&sole, da Santo Domingo a Trinidad e Tobago, da Fuerventura a Marsa Matrouth. Viaggi zaino in spalla: Bolivia e Perù, il Venezuela, il Medio Oriente (Giordania, Siria, Libano e Israele, favoloso); e ancora la Patagonia, Cuba, l’India dal Rajastan al Tamil Nadu, dal Sikkim al Bengala. Viaggi hard, come la spedizione di rafting in Nepal, la Transiberiana, la Via della Seta, la Groenlandia. E ancora altri Overland, dall’East Africa (Kenya, Tanzania, Uganda e Ruanda) alla Trans-sahariana, al Sud (Zimbabwe, Botswana, Namibia e Sudafrica). Senza dimenticare la “mia” New York, dove torno ogni due anni, e che amo da morire.

Sì, insomma. Di tutto un po’. Ma quando sono a casa, so cosa mi manca.
Mi mancano la natura, le persone, gli animali, gli autobus scassati.
I sorrisi.
Ed è lì che andrò, la prossima volta…

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