Rafting, il battesimo del fiume: 10 consigli pratici da un veterano

Una premessa personale: io sono un grande patito di rafting. L’ho conosciuto per la prima volta tanti anni fa, sul torrente Noce in Trentino, coinvolto da un gruppo di amici che mi sembravano un po’ pazzi. Ho rischiato di annegare durante la prova di nuoto, mi hanno recuperato lanciandomi la corda di salvataggio… “Lascia perdere”, sogghignavano. E invece, la passione è nata proprio da lì. L’ho riprovato sull’Isarco, in Alto Adige: bellissimo. Poi, mi ci sono imbattuto durante un Overland in Africa Centrale. E questa volta era il Nilo bianco (Jinja, Uganda), un fiume da paura. Fantastico… Al punto che ho iniziato a programmarmi le vacanze cercando fiumi da abbinare ai tour. Dallo Zambesi in Zimbabwe al Rio Pacuare in Costa Rica. Oppure, a cercare vere e proprie “river expeditions”, come quella in Nepal lungo il Sun Kosi: una settimana, 320 km di fiume.

Ogni estate, sui fiumi alpini, pratico il rafting ogni qualvolta posso io (nel mio giorno di riposo), può il fiume (portata dell’acqua) e possono gli organizzatori (uscite programmate e gruppi prenotati). Anche per questo, dopo decine di discese, mi sento di fornire qualche “dritta” a chi ne ha solo sentito parlare, e vorrebbe provare questa esperienza.

Rafting, i miei 10 consigli utili

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1) Non credete a chi vi dice che il rafting é uno sport estremo, ma neppure a chi vi racconta che è come un giostra di Gardaland: se il gommone si rovescia, passare dal divertimento al panico è questione di pochi secondi.

2) Lasciate perdere, se non sapete nuotare: alcune compagnie imbarcano anche non nuotatori, in quel caso non c’è confine tra stupiditá e business ad ogni costo.

3) I fiumi alpini sono freddi anche d’estate (l’acqua proviene dallo scioglimento delle nevi sui ghiacciai), la muta di neoprene da 3mm che vi verrá fornita è più che sufficiente a tenervi al caldo – diciamo così – ma l’acqua che vi laverá ad ogni rapida sará gelida.

4) Ascoltate seriamente le istruzioni del briefing pre-partenza: l’atmosfera è sempre molto goliardica, ma conoscere i comandi (avanti, indietro, avanti tutta, destra indietro sinistra avanti, sinistra avanti destra indietro, sul fondo etc.) sará utile a voi e alla guida.

5) La guida conosce il fiume come le sue tasche; i comandi servono a scegliere la linea, ossia la traiettoria del gommone; a scansare i sassi e ad evitare il ribaltamento sulle rapide; seguiteli con attenzione, soprattutto quando si richiede velocitá d’esecuzione.

6) La cosiddetta prova d’acquaticitá è importante: buttarsi nel fiume e provare lo shock dell’acqua gelida, assumere la posizione del morto, nuotare verso il gommone o la riva più vicina: provare tutto questo in “acque calme” vi preparerá a gestire l’eventuale ribaltamento del gommone.

7) Il cosiddetto flip, ovvero il rovesciamento del gommone, accade raramente sui fiumi alpini. Il ribaltamento provocato dalla guida per regalare emozioni ai partecipanti avviene sempre in condizioni di sicurezza. Voi quasi non ve ne accorgerete…

8) La distribuzione del peso sui due lati è importante, ma lo è di più il ritmo delle pagaiate; si considera timoniere il front left, ovvero il primo passeggero a sinistra; il suo compagno sulla destra lo asseconderá nel ritmo, e così faranno le due file posteriori. Se riuscirete nell’intento, vi accorgerete subito della velocitá in linea retta del gommone.

9) Su dieci passeggeri, sette-otto sono generalmente al loro battesimo. Bene, vuol dire che siete allo stesso libello teorico di partenza e questo vi agevolerá.

10) Chi cade fuori dal gommone (fate buon uso degli strep su cui si infila uno dei due piedi, o i tubolari se gli strep non ci sono) paga da bere, senza discussioni…

Un recupero da paura, sull’ultima rapida dell’Isarco

Questo non è propriamente un video, ma un insieme di fotogrammi ravvicinati che ho sommariamente montato insieme. Siamo sulla parte terminale del rafting sull’Isarco: 18 km da Mules, vicino a Vipiteno, sino al lago artificiale di Fortezza. L’ultima rapida è proprio quella che precede l’ingresso nella diga, ed è insidiosa perché la linea che il gommone deve effettuare per non ribaltarsi è vicina (sul lato sinistro) alle rocce.

Guardate cosa accade: il raft letteralmente scompare nella rapida, quando riappare si inarca su un lato, sembra ormai condannato a ribaltarsi ma quando ormai è sulla sua verticale, quasi per miracolo… riatterra anziché rovesciarsi. In tutto questo, la guida perde l’equilibrio e sembra quasi volare fuori dal gommone. Invece… un poderoso colpo di reni, et voilà.

Da sapere

– occhiali: siano da sole o da vista, assicurateli con una cordicella anche se il casco dovrebbe essere sufficiente a “fissare” le stanghette
– macchine fotografiche, telefonini etc: lasciate perdere, a meno che non siate disposti a perderli o che non abbiate materiali waterproof;
– GoPro e simili: assicurate bene l’imbragatura al casco, ma usate una cordicella elastica per fissare il nastro della microcamera al casco (in corrispondenza delle orecchie) perché con uno scossone l’elastico potrebbe staccarsi e addio…
– se siete in gruppo numeroso, contrattate uno sconto, ve lo faranno quasi sempre se vi mostrerete decisi (e se c’è concorrenza)
– la guida fa un lavoro che ama, ma non è lì per divertirvi come voi: porta rispetto, sempre e comunque;
– cosa portarsi da casa: costume da bagno (per i maschi no ai bermuda, sfregano contro la muta), telo da doccia, shampoo, ciabatte e poco altro. L’organizzazione fornisce tutto l’occorrente: muta, scarpe, giubbotto, salvagente, casco e pagaia.

Link utili

La Federazione Italiana Rafting
ProAlps, vacanze avventura sulle Dolomiti
Rafting in Alto Adige: le compagnie
Rafting Club Activ, Campo Tures
Acquaterra, rafting sul torrente Passirio
Rafting Center Val di Sole

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