Padova, l’omaggio di Daniel Libeskind alle vittime di Nine Eleven

 

Ci passo davanti abbastanza spesso, più facilmente a sera tardi che durante il giorno. Alle volte, “Memoria e Luce” di Libeskind mi sembra estraneo al contesto. Viene da chiedermi: perché qui? Altre volte, lo trovo perfettamente integrato. Là vicino c’è lo splendido e antico Palazzo Cavalli, le affascinanti Porte Contarine, i giardini dell’Arena. Anche gli Scrovegni, non sono poi così lontani.

Padova è strana. Padova è bella. Ti può anche capitare di odiarla, alle volte. Ma è difficile non rimanerne stregati. Daniel Libeskind, l’archistar che ha ricostruito Ground Zero dopo il disastro dell’undici settembre: sua la firma di “Memoria e Luce”, un omaggio alle vittime. Dentro a questo monumento in vetro satinato, due pareti a forma di libro aperto, c’è un frammento di sei metri che arriva dal World Trade Center.

Ci puoi camminare dentro o intorno, puoi guardarla dal ponte del Popolo o da là sotto, sulle rive del Piovego. Puoi guardarla controsole, con la mano davanti agli occhi. Oppure aspettare cche scenda il buio.

Lui, Libeskind, l’ha spiegata così: “L’armonia si trova nelle piccole differenze. L’architettura è profondamente emotiva, non è solo un’arte intellettuale, non è solo astrazione, va oltre […] il vetro e l’acciaio, e ancora, la matematica, le proporzioni e la geometria: come si possono trasformare queste cose in qualcosa che comunica in profondità con lo spettatore? L’architettura, in questo senso, è come la musica. Quando ascolti la musica, non pensi a quali note vengano suonate e quale sia la relazione matematica tra loro […] l’armonia si basa sulla tensione non su un singolo concetto ripetuto all’ennesima potenza. Si deve avere una nota in più per creare una connessione e certamente l’armonia è una struttura polifonica”

E’ stata realizzata nel 2005. A me piace molto il gioco di inquadrature, ed è così che ve la propongo

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