Avete presente il fantasmagorico party in piscina nella villa da favola del Grande Gatsby, alias Leo Di Caprio? Togliete il Charleston e metteteci un bel po’ di musica dance. Spostate la piscina da New York a Las Vegas. Sostituite lustrini e pailettes con un kitsch moderno e avrete le feste più cool fuori da Hollywood. Non Ibiza, ma l’ex capitale mondiale del gioco d’azzardo, ormai alla sua terza vita.
Ciao Ibiza, la capitale dell’EDM siamo noi
Deformato ma reale, Vegas è lo specchio di quell’America che non vuole arrendersi e che si reinventa di continuo. Così, dopo la riconversione da regina delle roulette in parco giochi, ecco che Sin City (la città del peccato) cambia ancora pelle e si fa mecca della vita notturna oltreoceano. Notti sfrenate, scintillanti discoteche, pool party dove tutto può accadere. La punta dell’iceberg, la vetrina, è il gigantesco Electric Daisy Carnival: il più grande rave americano, 350 mila persone ogni anno. Ma il meglio sono le feste che ogni sera organizzano gli oltre cento club, quasi tutti riconvertiti alla EDM (electronic dance music) che ha fatto la fortuna di Ibiza. La sua ennesima scommessa, Vegas l’ha vinta puntando su tre fattori-chiave: paga cifre astronomiche ai Dj più famosi (nel 2012 Tiesto, David Guetta e Swedish House Mafia hanno rastrellato insieme 87 milioni di euro, viaggiando ben oltre i 100 mila euro a serata), ha “inventato” feste da favola e attrae sia la clientela Vip, sia i gruppi “impegnati” in feste di compleanno, addii al celibato e libere uscite da sedicenti viaggi di lavoro (21.615 tra meeting, fiere campionarie o convegni nel 2012 con 4,9 milioni di partecipanti).
Lo spazio, lungo la celebre Strip, proprio non manca: i clubs occupano complessivamente oltre 16 ettari di superficie. Locali come Xs Nightclub, Marquee, Tao, Hakkasan, Surrender e Tryst (alcuni arrivano a una capienza di ottomila persone) sono diventati un must del Clubbing, con i loro acclamati resident DJ e le piscine da favola. Sì, insomma: altro che Celine Dion in tournée permanente (a proposito, tornerà al Caesars Palace dal 30 dicembre al 19 marzo): Las Vegas ha svoltato decisamente e anche il mito delle 3G – gioco, golf e “gallinelle” – è ormai andato in pensione.
Nel 2012, i visitatori sono stati quasi 40 milioni (39,7 per la precisione, di cui 7 internazionali) e ci hanno lasciato un tesoretto di 40 miliardi di dollari. Macao è diventata la nuova capitale del gioco, ma Sin City ha da tempo abbandonato la “monocultura” fatta di tavoli e roulette: l’ultimo Casinò, il Cosmopolitan, è stato aperto nel dicembre 2010. “La maggior parte dei nostri ospiti” spiega Jesse Davis, portavoce del Las Vegas Convention and Visitors Authority – arriva per divertirsi, fare shopping, mangiare, giocare a golf, frequentare i wellness o fare turismo in zona, a partire dal Grand Canyon: solo l’8% la sceglie per poter giocare nei Casinò”.
Gli europei sono quasi un milione e mezzo ogni anno. Una quota in crescita, ma comunque secondaria rispetto alla torta complessiva. Il turismo è di gran lunga il motore propulsore: con i suoi 370 mila posti di lavoro, garantisce il 46 per cento dell’occupazione in città. Ma Vegas non si ferma mai. Si espande, si sposta, si riassesta. Demolisce e ricostruisce. L’edilizia è il vero barometro congiunturale. Per questo, è significativo che dall’inizio della crisi (novembre 2009) a oggi, il settore Resort abbia sfornato 23 mila posti di lavoro in più.
In cinque anni sono stati creati diecimila nuovi posti letto – in totale fanno 151 mila, record USA – con complessi come il primo Nobu Hotel del mondo, il Gansevoort Las Vegas e il Resort World Las Vegas, 3.500 stanze solo quest’ultimo. Il megaprogetto CityCenter voluto da MGM Resorts International (la più grande operazione immobiliare privata negli USA dal dopoguerra: 6,35 miliardi di euro) è frutto di una joint venture con il gruppo Dubai World e le cifre parlano da sole: quasi trenta ettari di nuova edificazione con un enorme centro polifunzionale, cinque torri e i 47 piani del nuovo Mandarin Oriental, tra il Bellagio e il Montecarlo. Più un clamoroso incidente di percorso che ha fatto scandalo: gli errori di costruzione di una delle torri, The Harmon, fermatasi incompiuta al 26° piano (sui 49 previsti) e di cui è stata chiesta la demolizione controllata per evitare il crollo; anche se c’è chi maliziosamente sospetta che dietro questa storia ci sia una grossa quota d’invenduto delle suites del complesso.
La crisi morde, eppure si continua a costruire: il gruppo malaysiano Genting ha progettato un nuovo mega-resort da 3.500 stanze con tanto di replica della Muraglia cinese e una piscina gigantesca: qualcosa come dieci ettari tra “vasca” vera e propria e percorsi acquatici. Più strutturale, l’investimento di 2,4 miliardi di dollari sull’aeroporto internazionale McCarran, che già oggi registra 200 voli no-stop a settimana da più di venti città straniere (di cui cinque europee) e che con lo sfavillante, nuovissimo Terminal 3 aumenterà la capacità operativa dello scalo nel cuore del deserto del Nevada.
The Linq, la Strip cambia volto
Alla terza vita di Vegas sembrano credere in molti, soprattutto quelli con i portafogli pesanti. Il gruppo Caesars Entertainment, ovviamente, gioca in casa. É forse anche per questo che ha investito 550 milioni di dollari nella realizzazione di un nuovo distretto: The Linq. Una mecca dello stare bene in ossequio alla riuscitissima “triplete”: shopping, dining & entertainment. Nel cuore della Strip, tra il Flamingo e il Caesars, quest’area di oltre nove ettari (ma qui, come noto, conta più l’altezza dell’estensione) sarà destinata soprattutto al settore dining – il 70 per cento occupato da ristoranti e bar, il 30 per cento da negozi e area divertimento – ed è stata ritagliata su misura della Generation Xy. Sostanzialmente, i trentenni con appendici sopra e sotto: entro il 2015, la fascia compresa tra i 21 e i 46 anni genererà da sola il 52 per cento dei ricavi dell’intera città. Gli stessi che frequenteranno clubs e discoteche, appunto.
High Roller, attenti alle vertigini…
L’attrazione “non commestibile” più spettacolare del Linq sarà High Roller, la ruota panoramica più alta del mondo: 170 metri per un diametro di 160: più alta del Flyer di Singapore (164 metri) e della London Eye di Londra (135). Ventotto cabine di vetro da 40 persone l’una per un giro di mezz’ora e una previsione di cinque milioni di passeggeri per il primo anno. La ruota panoramica offrirà una splendida vista della Strip, illuminata dalle sue mille insegne (a proposito, a Vegas c’è anche il museo dei neon storici, una vera chicca vintage), ma non regalerà certo l’adrenalina architettata per le nuove attrazioni. Tra le torri Masquerade e Ipanema del Rio All-Suite Hotel & Casino è stata da poco posizionata una zip-line, corsa da brivido su una moderna teleferica a 50 chilometri all’ora. Con tanto di motore elettrico per dare ancor più spinta della “sola” forza di gravità, perché a Vegas non ci si fa mai mancare niente.
Photo Credits: © Caesars Entertainment – Linq e High Roller – e © Las Vegas News Bureau